venerdì 30 settembre 1983

Mare

Mare, perché ti sento a me vicino,
compagno dei momenti più felici,
partecipe di ogni mio pensiero,
a cui confido sempre le mie pene ?

Fin dall'infanzia tu mi hai dato vita
trovando nel tuo seno il refrigerio
ai momenti più caldi che il destino
mi poneva dinanzi sul sentiero !

Quando il mondo crudele mi colpiva
lasciandomi sfinito e sfiduciato,
trovavo solo in te il mio rifugio.

E tu sapevi darmi con amore
conforto per lenire i miei dolori.

Guardando la distesa del mio mare
ritrovavo la pace in fondo al cuore
e tu, senza parer, mi consolavi
col ritmo dlle onde sugli scogli.

Quanti giorni felici tu mi hai dato
al tempo della breve giovinezza,
complice amico dei fugaci amori
che allietano soltanto una stagione.

Tu m'invitavi con la tua freschezza
a provare l'ebrezza che sai dare
quando accarezzi il corpo con vigore,
e nel tuo seno io seppi ritrovare
la gioia più perfetta di un amore
che costante rimase nel mio cuore !

Or mi domando quale sia il legame,
il vincol che ci unisce in questa vita ?

Forse per me sei il nume tutelare
destinato a vegliar sul mio cammino,
perciò ti sono grato e ti ringrazio
se tu sarai per sempre a me vicino !

Dante Pompa
Roma, 30 Settembre 1983

sabato 17 settembre 1983

Passione e gelosia

Da quando t'ho incontrata, nel mio cuore
divampa una passione indemoniata
che mi trasforma l'animo; é un tormento
e pace più non trovo, son dannato !

Ho perso tutto il ben dell'intelletto;
guardarti più non so senza tremare
e, in preda ad una folle gelosia,
mi sembra di morire al tuo parlare.

Non posso darti ascolto, se ingannarmi
tra le arti tue é la sopraffina !
Sol nei miei sensi trovi tu diletto
e in tutto il resto agisci per dispetto !

Tu non m'ami davver, ma il tuo veleno
che subdolo si insinua nelle vene,
come un filtro mortal mi fa giacere
tra le tue braccia perfide, in letargo,
e succube rimango in un delirio
in tuo possesso, senza mai reagire.

Se gli occhi tuoi vorranno ancor fissarmi
più non li guarderò per non distrarmi;
voglio sottrarmi a questa tua malia,
e contrastar il poter che a te m'avvince
e la pace trovare, quella vera
che solo mi può dare chi mi ama.

Solo l'amore senza infingimenti
d'una fanciulla semplice e sincera
dal sen mi toglierà la tua fattura
riportando la pace nel mio cuore.

Fuggire la passione è la morale
che del mio cuor non posso estrapolare;
ora cerco l'amore, quello vero
e ve lo dico io, sono sincero !

Dante Pompa
Roma, 17 Settembre 1983

venerdì 16 settembre 1983

Praiano di sera

Scesa é la sera e, simile ad un manto,
Il Ciel ti ha illuminato con le stelle
per darti ancor la luce della notte
fino al sorger del sole di domani.

Le luci che si accendon nelle case
sembran quasi il riflesso delle stelle
ed il magico aspetto mi sorprende
con il cuore estasiato a rimirarti !

Praiano, tu sei simile a un presepe
che il Signore ha lasciato sulla terra
per consolar chi ha fede ancor nel Cielo,
convinto che la buona volontà
può renderci un bel dì tutti fratelli
desiosi di abbracciarci in umiltà.

Ti prometto, sebben dovrò partire,
che presto tornerò a rivederti,
ma nel cuore mi porto il tuo ricordo
che certo servirà a consolarmi !

Dante Pompa
Praiano, 16 Settembre 1983

giovedì 15 settembre 1983

Praiano

Esplosione d'azzurro sul tuo mare
che si accende di vividi colori;
bagliori di smeraldi sopraffini
che s'intreccian coi toni dei zaffiri !

Venni un giorno a Praiano per un caso
e rimasi incantato dal suo mare;
un filtro d'amor m'avvinse al cuore
tentandomi perfino di restare.

La terra che degrada verso il mare
ha nel seno il profumo dei suoi fiori,
inebria chi la pace vuol trovare
ormai stanco del mondo e dei rumori.

Praiano, non tentare di cambiare,
conserva quel che il Cielo t'ha donato.
Sarebbe triste un dì non ritrovare
questa oasi felice di beltà !

Dante Pompa
Praiano 15 Settembre 1983

sabato 10 settembre 1983

La morte del padrone

"Abbiamo fatto tardi, é già passato !"
"L'avran già trasportato all'obitorio."
Son frasi che si intrcciano nell'aria
triste e grigia di un livido mattino
indifferentemente sussurrate
senza un filo di cuore e sentimento.
Eppur chi é morto é stato lor padrone,
dando lavoro a tutti e cibo ai figli !
Questo è dunque il raccolto di una vita
passata tra di lor senza un rimpianto ?
Più che del marmo, or tu senti il gelo
che intorno a te si addensa senza posa
e che provien dai cuori di coloro
che ti furon vicini e senza amore,
perché inermi subiron le angherie
d'un despota tiranno e senza cuore.
Ed ora é giunto alfin,proprio quel giorno
in cui dovresti vagliare il seminato
e constatar ormai che la tua vita
ritornare non può sul suo passato !
Or vorresti non aver peccato
contro color che ti chiedevan nulla:
una giusta mercede ed un sorriso
a soddisfar chi ha molto faticato.
Non era forse troppo domandare
ché il povero con poco si accontenta,
ma questa gioia tu non l'hai donata
perdendo, come sempre, l'occasione
di aprire il cuore tuo all'umanità.
Or che la morte ha chiuso alfine i conti
del dare e dell'avere della vita,
guarda nei libri tuoi quanto hai ammassato
in richezze che altri si godranno,
e per l'anima tua cerca, se puoi,
anche una sola azione, una soltanto,
per il prossimo tuo, che te la salvi.
"Nulla !" mi dici ? Tu non trovi nulla ?
Ben misero é colui che nella vita
non ha lasciato eredità d'affetti !
Ma tu non disperar, volgi una prece
a questa gente che ti sta vicino
e, forse, ascolteran la tua preghiera.
In quell'istantestesso una fanciulla
passandogli vicino lo toccava;
sentendolo gelato, lo copriva
col sudario, dicendo esterrefatta:
Signore ! Quanto é freddo, poverino !

Dante Pompa
Roma 10 Settembre 1983

Come nasce l'amore ?

A voi, che mi parlate d'amor, voglio
suggerire soltanto un verso antico
d'anonimo poeta del trecento:
"Sorge dal cuore, illumina la mente !"
Solo così l'amore ha ancora un senso,
ché dal cuore nasce all'improvviso,
divampa in un attimo e si accende
ridandoti alla vita, che ti accoglie
felice di riaver fra i suoi beati
due cuori uniti dall'eterna speme
d'un amore tenace e duraturo.
Ma non potrà spegare la Ragione
perché nacque l'amor tra i due mortali.
Di calcoli non fu la conseguenza,
ché l'amor non si accende a questi strali !
Uno sguardo, talvolta, o un bel sorriso
come frecce dall'arco di Cupido
ti colpiscono al cuor, e tu meschino,
indifeso sarai a quell'attacco;
soccomberai di certo, é il tuo destino !
Si può forse parlare di sconfitta
se oltre al cuor ti illumina la mente
lasciando nella vita un bel ricordo,
che annullare potra ogni tristezza ?

Dante Pompa
Roma, 10 Settembre 1983

lunedì 5 settembre 1983

Lo specchio

Più passa il tempo e meno andiam d'accordo
perché quello che vedo non mi piave !
Una volta sembravi più sincero
e incontrarmi con te non mi turbava.
La gioventù di certo ci legava
e rispecchiarmi in te mi dava gioia;
ti salutavo quasi in allaegria
e ti sentivo amico veramente.
Rimandavi corretta la figura
di me, che richiedevo il tuo parere,
senza finzioni mi riconoscevo
simile sempre a quel che riflettevi.
Come mai sei cambiato, amico mio,
or che l'età ci ha rivestiti d'anni ?
Non rifletti più come in quel tempo
e sono un po' restio nei tuoi riguardi
ad esser fiducioso come allora;
quando mi specchio in te ho tanti dubbi !
Quanto mi fai vedere non mi soddisfa
ed il vecchio che rifletti non si adatta
allo spirito mio, che come allora,
non sente ancora il peso di quegli anni.
Ho il dubbio che tu sia superficiale
e non sappia vagliar quel ch'é profondo.
Tu ti fermi alla carne ch'é caduca
e trascuri la gioia della vita
che vivifica il cuor e mi sostiene
nell'affrontar la vita con fiducia.
Scruta nel fondo e forse troverai
che gli anni son passati senza danno
da quel lontano giorno che, per caso,
facemmo il primo incontro in questo mondo !

Dante Pompa
Roma, 5 Settembre 1983

domenica 4 settembre 1983

I cari amici

Sento nell'aria quasi un ritornello
provocato dal canto degli uccelli;
é la natura stessa che ridesta
come un'eco nel cuor di chi é in amore.

E il vostro cinguettìo or mi accompagna
perché nel cuore ho tanta nostalgia
d'aver vicino a me la donna mia
a gioire con me dei vostri canti.

Ed ella, come me, or v'appartiene
ché siam fratelli tutti nella vita;
partecipar vogliam la vostra gioia
che ricolma il creato d'allegria.

Insiem cantiam dunque il nostro amore
a chi ci ha dato corpo ed esistenza;
ringraziam di cuor chi ci ha creati
pur se la vita é spesso sofferenza !

Ma sol così sappiamo di arrivare
dove l'amore eterno è più sublime.
Perciò restiamo insieme, cari amici,
e Dio ci aiuterà lungo il cammino

Dante Pompa
Roma, 4 Settembre 1983